Hyperloop, un viaggio nel futuro

Immaginate di alzarvi la mattina, di farvi una doccia dopo il caffè, di uscire di casa.
Di prendere un treno da Genova.
Sulla linea rossa.
Immaginatevi di arrivare in cinque fermate a Budapest, in sette a Istanbul, in otto a Tbilisi, in ventiquattro a Pechino.

Oppure immaginate di godervi il tramonto che cala sulla città eterna, Roma.
E successivamente di prendere un treno notturno. Sulla linea grigia.
Immaginatevi di arrivare in otto fermate a Monaco di Baviera, in quindici a Copenhagen, in diciannove a Oslo.

Immaginatevi soprattutto di poter percorrere il tratto equivalente a quattro ore e mezza di aereo, in meno di un’ora.

Fantasia?
Per ora si. Per il momento è uno scenario folle e visionario. Ma tra qualche anno, tra non troppi anni a dirla tutta, potrebbe diventare una prospettiva molto concreta.
Come? Grazie ad un progetto ambiziosissimo.
Hyperloop Transport Technology ( HTT ), il nome dell’azienda promonitrice. Tenetela bene a mente, perchè nei prossimi quindici anni potrebbe mettere in moto una clamorosa rivoluzione nel mondo dei trasporti. Qualcosa che al momento sembra lontano da noi, ma che in realtà si sta avvicinando a grandi passi.
“Trust in the process” direbbero gli americani. L’azienda opera in California.
Quartier generale nella Silicon Valley, l’Olimpo della tecnologia contemporanea.
Uno dei due cofondatori è un italiano, Bibop Gresta si chiama ( all’anagrafe ancora Gabriele, ma ha voluto cambiare il nome in onore del folle jazz degli anni ’40 ).
Ebbene, Gabriele insieme al tedesco Dirk Ahlborn, può vantare la fondazione di un’azienda che nel prossimo futuro potrebbe far parlare molto di sè.
E’ stato tra i primi startupper italiani di successo, alla fine degli anni ’90. Se non ne avete mai sentito parlare, andatevi a leggere il suo percorso di vita. Merita.

Bisogna però assolutamente citare un altro nome, tassello fondamentale del mosaico.
Elon Musk. E’ lui la mente primordiale che ha partorito l’idea su cui lavorare.
L’imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense, non è certo uno sconosciuto: è colui che ha creato la Space Exploration Technologies Corporation ( SpaceX ), di cui è amministratore delegato, e la Tesla Motors, di cui è chairman. Inoltre è cofondatore della PayPal, nota società che offre servizi di pagamento digitale e di trasferimento di denaro tramite internet.
Lui, Elon Musk, nel 2013 ha avuto l’idea teorica per realizzare un “Maglev”, ossia un treno a levitazione magnetica, da 1200 km/h.
Per avere un minimo di proporzioni, si può prendere in considerazione una linea ferroviaria già esistente a Shanghai; in questa città un Maglev collega il centro urbano con l’aeroporto. La linea è lunga 33 chilometri e viene percorsa dal treno in 7 minuti e 20 secondi.
Si ha una velocità massima di 501,5 km/h. Meno della metà del progetto di Elon Musk, per intenderci.

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Un’immagine distorta che può rappresentare la grandiosità dell’idea di interconnessione per Elon Musk. Ci sono alcune perplessità rilevanti in gioco, per esempio la presenza di due oceani da superare. Nei vari contesti continentali invece si sta già lavorando per avere dei tracciati nei prossimi 10 anni. 

Il concept originale prevedeva delle capsule che viaggiassero in tubi sottovuoto, rimanendo sospese sopra le rotaie grazie al principio della levitazione magnetica.
Straordinario no? A primo impatto verrebbe da pensare che sia un concetto adatto per un film di fantascienza. Ma è davvero realizzabile?
A quanto pare c’è chi sta impiegando tutti i suoi sforzi affinché ciò diventi concreto.
Musk non si è mai direttamente preoccupato di trasformare questo sogno in realtà, ma ha lasciato campo libero a qualunque altro privato intenzionato a realizzare il suo progetto.
Ecco dunque, che negli ultimi anni si sono fatte avanti con particolare determinazione due aziende.
E’ molto facile confonderle, avendo assunto due nomi quasi identici. La prima è la Hyperloop Transport Technology ( HTT ), quella di cui si è parlato prima; la seconda è la Hyperloop One. Tra di loro si sta venendo a creare una sorta di competizione, una folle corsa verso il futuro.
La Hyperloop One lo scorso maggio è riuscita ad effettuare un primo test pubblico del sistema a propulsione che un domani potrebbe essere adoperato per trasportare persone e merci alla velocità del suono. Lo ha compiuto in Nevada, mantenendo le aspettative.
Il vettore ha  raggiunto i 186 km/h su un rettilineo brevissimo, prima di venire arrestato grazie ad un banco di sabbia appositamente preparato. Il mezzo ha subito un’accelerazione di 116 miglia orarie in un secondo e nove, pari a due volte e mezza quella della forza di gravità.

La Hyperloop Transport Technology ( HTT ) invece, vorrebbe realizzare nel 2019 il primo tracciato sperimentale per passeggeri, sulla tratta San Francisco – Los Angeles. Una corsa di 15 secondi a 640 km/h. Sistema che batterà qualsiasi record sulla Terra.
Ci si attendono però velocità molto superiori, per questo motivo nei prossimi anni verranno effettuati numerosi test a velocità sempre più sostenute, verificando di volta in volta le variabili legate alla sicurezza e alla tenuta della traiettoria.

I progetti a medio termine sono parecchi, e una rapida diffusione della tecnologia hyperloop in tutto il mondo è più che auspicabile.
In Europa la Slovacchia è stata tra le prime a scommettere su questa tecnologia, stringendo un accordo l’anno scorso con la HTT. Segue la Bosnia con grande interesse; Sarajevo ha dimostrato di voler puntare molto sull’innovazione.
Dubai ha stretto un accordo con l’azienda per il trasporto da e per Expo 2020.
E’ inoltre in definizione un accordo strutturale con il Cile per realizzare la tratta Valparaiso – Santiago.
Oltre a questi, moltissimi altri paesi si stanno affacciando alla finestra, attratti dalle potenzialità illimitate che potrebbe avere un mezzo di trasporto simile.
E l’Italia?
L’Italia, come purtroppo spesso accade quando si tratta di investimenti rivolti al futuro, non si mostra ancora pronta e matura per accettare una novità di questo tipo.
Bibop Gresta è stato recentemente nel Belpaese per presenziare ad una serie di incontri e conferenze con imprese, startupper e molti giovani, e ha criticato la nostra classe politica attuale, troppo ancorata al passato.

Un aspetto importante da sottolineare è che Hyperloop sarà alimentato totalmente da energie rinnovabili: si punterà molto sull’eolico, sui pannelli solari e sulle risorse geotermiche. In un’epoca che richiede sempre di più una seria riflessione sulla sostenibilità e sull’impatto ecologico che può avere l’attività umana, una rete di trasporti con queste prospettive sarebbe un enorme passo in avanti.

E’ dunque in atto uno slancio impetuoso verso una rivoluzione globale dei trasporti, il fine ultimo ovviamente è quello di creare un mondo sempre più interconnesso, dove merci e persone possano spostarsi da un capo all’altro di un continente in tempi brevissimi.
Nella realtà dei fatti le incognite ad oggi sono svariate, gli alti vertici delle aziende che si stanno occupando del progetto si sono mostrati piuttosto cauti. Bisogna verificare gli standard di sicurezza, la tenuta dei veicoli, il superamento degli ostacoli naturali…
Tuttavia vi è una ferma determinazione nel voler rendere concreta questa visione avveniristica della realtà. I migliori ingegneri in circolazione sono stati ingaggiati dalla Hyperloop Transport Technology e dalla Hyperloop One per portare avanti i lavori mantenendo il livello massimo di qualità.
I finanziamenti non mancano, corposi fondi indiani, cinesi e statunitensi sono stati messi a disposizione. Le aziende di tutto il mondo stanno sostenendo la causa offrendo i loro servizi: la Cisco, la Amazon, la Atkins, la Microsoft e Facebook in prima linea. Centinaia di scienziati hanno collaborato e stanno collaborando, donando il loro “lavoro” in cambio di stock option della società.
La volontà di andare avanti quindi, pare di capire che ci sia tutta.
E quando l’essere umano si pone degli obiettivi arditi con feroce convinzione, ce lo insegna la storia, molto spesso riesce a raggiungerli.
Sarà molto interessante seguire gli sviluppi della questione, perchè potrebbe toccare un domani le vite di tutti noi.

Stay tuned 😉

Pietro Buatier

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